Ispiratore del nostro cammino missionario
l nostro Istituto Secolare - terzo Istituto di vita consacrata nella Famiglia Scalabriniana - è sorto per una vocazione di consacrazione totale a Dio nel mondo dei migranti. Nel condividere la vicenda migratoria, ci sentiamo inviate a realizzare la nostra missione secolare sulle orme della “spiritualità d’incarnazione” del beato Giovanni Battista Scalabrini, accogliendo, attraverso la vita filiale dei voti, lo Spirito Santo che può unire, oltre ogni frontiera, le persone e i popoli nelle loro diversità.
Nel nostro cammino di Missionarie Secolari Scalabriniane ci siamo lasciate condurre dal cuore universale del beato G.B. Scalabrini, cercando di cogliere i germi della sua spiritualità, largamente seminati durante la nostra storia. Via via diventava importante per noi partire da dove egli partiva: cioè dalla centralità appassionante di Gesù Cristo soggetto della sua vita, dal progetto di Dio per il mondo, dalla Chiesa che, in quanto Corpo di Cristo, può essere considerata prolungamento dell’incarnazione del Figlio Gesù.
Da questa profondità e ampiezza di fede, si muoveva la spiritualità di incarnazione che il beato Scalabrini viveva in modo geniale e profetico: prima come cristiano e poi come Vescovo di Piacenza e del mondo! Egli, rimanendo nel cuore di Dio, aperto al Suo Amore infinito (cfr. Gv 3,16), lasciava che l’universo di Dio si riversasse nella storia e che la storia si dilatasse a Dio, attraverso la sua stessa persona, sempre più “sacramento animato” della vita di Gesù nel rapporto Chiesa-mondo.
[...]
Verso la Pentecoste di tutte le genti
La nostra vocazione secolare, che ci immerge nelle migrazioni, crogiuolo di popoli, si fonda sulla speranza nel Cristo crocifisso e risorto: alla luce della Pasqua. Infatti il migrare diventa positivamente un travaglio di trasformazione, in vista della Pentecoste di tutte le genti, unite e diverse.
In ogni ambiente, anche tra musulmani, buddisti o migranti di altre religioni, la nostra consacrazione secolare ci invia a cogliere e a far crescere, dal di dentro, i germi di universalità e di comunione, già presenti, segno dello Spirito che è all’opera per radunare l’umanità intorno al suo centro che è: Gesù crocifisso e risorto, l’Uomo universale (cfr. Gv 12,32).
I fermenti di questa vita nuova, suscitata dallo Spirito, sono già presenti sparsi ovunque, anche oltre i confini visibili della Chiesa, della cristianità.
Mescolate ai migranti di varie nazionalità e culture, siamo inviate - per la nostra consacrazione - ad essere tra loro una presenza cattolica di Chiesa, a salvezza di questo nostro mondo. E, così, come il Figlio ha narrato con tutta la sua vita l’amore del Padre, anche noi desideriamo essere, sulle strade degli esodi di oggi, una semplice narrazione dell’amore di Gesù povero, vergine, obbediente.
M. G. Luise
Nel nostro cammino di Missionarie Secolari Scalabriniane ci siamo lasciate condurre dal cuore universale del beato G.B. Scalabrini, cercando di cogliere i germi della sua spiritualità, largamente seminati durante la nostra storia. Via via diventava importante per noi partire da dove egli partiva: cioè dalla centralità appassionante di Gesù Cristo soggetto della sua vita, dal progetto di Dio per il mondo, dalla Chiesa che, in quanto Corpo di Cristo, può essere considerata prolungamento dell’incarnazione del Figlio Gesù.
Da questa profondità e ampiezza di fede, si muoveva la spiritualità di incarnazione che il beato Scalabrini viveva in modo geniale e profetico: prima come cristiano e poi come Vescovo di Piacenza e del mondo! Egli, rimanendo nel cuore di Dio, aperto al Suo Amore infinito (cfr. Gv 3,16), lasciava che l’universo di Dio si riversasse nella storia e che la storia si dilatasse a Dio, attraverso la sua stessa persona, sempre più “sacramento animato” della vita di Gesù nel rapporto Chiesa-mondo.
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Verso la Pentecoste di tutte le genti
La nostra vocazione secolare, che ci immerge nelle migrazioni, crogiuolo di popoli, si fonda sulla speranza nel Cristo crocifisso e risorto: alla luce della Pasqua. Infatti il migrare diventa positivamente un travaglio di trasformazione, in vista della Pentecoste di tutte le genti, unite e diverse.
In ogni ambiente, anche tra musulmani, buddisti o migranti di altre religioni, la nostra consacrazione secolare ci invia a cogliere e a far crescere, dal di dentro, i germi di universalità e di comunione, già presenti, segno dello Spirito che è all’opera per radunare l’umanità intorno al suo centro che è: Gesù crocifisso e risorto, l’Uomo universale (cfr. Gv 12,32).
I fermenti di questa vita nuova, suscitata dallo Spirito, sono già presenti sparsi ovunque, anche oltre i confini visibili della Chiesa, della cristianità.
Mescolate ai migranti di varie nazionalità e culture, siamo inviate - per la nostra consacrazione - ad essere tra loro una presenza cattolica di Chiesa, a salvezza di questo nostro mondo. E, così, come il Figlio ha narrato con tutta la sua vita l’amore del Padre, anche noi desideriamo essere, sulle strade degli esodi di oggi, una semplice narrazione dell’amore di Gesù povero, vergine, obbediente.
M. G. Luise